Aikido


domenica 14 febbraio 2010

Aikido Kangeiko a Moncalieri

07 Febbraio 2010

Domenica mattina…sveglia presto, la borsa è già pronta dalla sera prima….la giornata è soleggiata, rispetto al freddo polare ed alla neve dei giorni precedenti è già un ottimo inizio. Mi aspettano un settantina di Km ed una lezione di Aikido con gli amici di Yuki, che gentilmente mi hanno invitato a partecipare. Si pratica Aikido, e questo mi piace.


Appena arrivata la prima sorpresa: Ivana, una mia amica con cui condivido un'altra grande passione e che non vedevo da qualche tempo è sul tatami….s’inizia bene! Altra piacevole sorpresa è stata vedere sul tatami un’alta percentuale di donne.



Bellissima atmosfera sul tatami, molta disponibilità e pazienza da parte di tutti per mettermi a mio agio in un ambiente per me nuovo.

Il significato che ho voluto dare a questa giornata di “esplorazione” è stato nel cercare di parlare il medesimo linguaggio nonostante le differenze dell’approccio didattico per ritrovarsi, alla fine, uniti da una medesima passione a condividere il sudore della pratica.

Si dice che la pratica dell’Aikido porti in se una crescita intrinseca, molte volte identificata con il miglioramento tecnico. Indubbiamente, la pratica costante porta un affinamento della tecnica……aspetto più tangibile ed evidente ma non l’unico.

Dietro questo aspetto se ne nasconde un altro, meno tangibile del precedente e che ogni tanto fa capolino: la possibilità di utilizzare spontaneamente la tecnica, finalmente liberi di aprirsi al nuovo ed accettare l’incognito.
Ed è stato proprio domenica mattina che questo mi è apparso chiaro.

Curioso come in alcuni casi, trovandomi in difficoltà, il mio corpo - o forse la mia mente – non ha reagito spontaneamente ma ha cercato sicurezza nel conosciuto, nella tecnica e nei movimenti che il mio corpo già conosceva.

Mi sono resa conto che questo non era il modo giusto, mi stavo letteralmente aggrappando alle mie sicurezze, ma queste man mano si facevano sempre più scivolose. Io non ero li per trovare conferme, ma per imparare a lasciare andare….così ci ho provato, ho tolto il piede dal freno ed ho lasciato che accadesse quello che doveva accadere.



E’ stato davvero bello praticare provando a non opporre resistenza fisica ma soprattutto mentale, curiosa di scoprire come avrei reagito in questo contesto per me nuovo.

Gli aspetti tecnici con cui siamo soliti condire la nostra pratica non sono meno importanti degli aspetti relazionali che si instaurano sulla materassina, mi è piaciuto molto mettermi in gioco ed uscire dai soliti schemi, schemi che ci forniscono una sicurezza che si rivela illusoria quando ci raffrontiamo a modalità per noi inusuali.


Ho accettato le regole del gioco, ed il gioco mi è piaciuto.

E mi sono piaciute le persone che ho conosciuto e con cui ho praticato. Grazie ai padroni di casa, i Maestri Christian e Sergio: ospitali e premurosi….per una giornata mi sono sentita parte del loro bel gruppo.

Gli amici di Yuki mi perdoneranno se utilizzo in questo Blog alcune delle loro foto a ricordo della bella giornata trascorsa insieme.