Aikido


martedì 21 settembre 2010

International Aiki Peace Week - Events


Photo: "To Reconcile the World" - copyright by Jan Watson, 1979


There are a number of events coming up to celebrate and commemorate Aiki International Peace Week.

Kayla Feder Sensei and Brandon WilliamsCraig are offering a special class at Aikido of Berkeley on September 21st. Robert Kent, the President of Aiki Extensions will be present at the training. You can ask him about the work of Aiki Extensions, Peace Camp and other efforts to use Aikido as a bridge for international understanding.

Aikido of Bodega Bay will dedicate the training on Monday, September 20th, to Aiki International Peace Week. This will be held at Shugyo Center, outside Sebastopol from 5-6 PM.

And The Shift Network has created a virtual peace summit. Featured will be Nobel Laureate Betty Williams, Ambassador John McDonald, Rep. Dennis Kucinich, 13 Indigenous Grandmothers and other speakers and those who have tirelessly worked for peace. Recordings of the events leading up to and including those follow during Peace Week can be downloaded at Calendar/recordingspage. (It appears you need to log on to obtain this.)

Remember, participating is as easy as signing up your dojo or community. You do NOT need to be an Aikido dojo. Any martials dojos or schools are welcome.

A small step forward for a big global change. Please contact Aiki Extensions for more information about how you can join in this world-wide movement.

Just image what we can all do together.

By Paul Rest from www.examiner.com

lunedì 5 aprile 2010

L'evoluzione della risposta di Miles Kessler Sensei

Un tentativo di traduzione dell'articolo "L’evoluzione della risposta"

Sotto la versione originale in inglese

Quando guardiamo all’aikido inserito in un contesto integrale, una delle prospettive a cui dobbiamo guardare è quella dei livelli di consapevolezza. Effettivamente, parlare di livelli alti o bassi è un modo rigido di classificare che sembra andare contro la filosofia di armonia e conoscenza dell’aikido.
Comunque, sono convinto che aprirsi a questa prospettiva ci dà un orientamento importante che ci aiuta ad aumentare e trasformare le nostre tendenze più basse e quindi sviluppa ed attualizza i nostri più alti potenziali nell'arte.

Molte persone accetteranno la teoria dell'evoluzione, che tutto si evolve, dagli organismi, alle società, alle tecnologie, alle organizzazioni. Ma quando applichiamo l’evoluzione al livello della conoscenza, che ci siano prospettive alte e prospettive basse, c’è chi trova difficile ad accettarle.

Ciò che segue è un tentativo di guardare a questa traiettoria evolutiva per applicarla alla nostra pratica dell’aikido. Specificamente, voglio guardare al nostro campo primario di pratica in aikido, conflitto e stress. Ed a come scegliamo di rispondere (al conflitto e allo stress).

Per fare questo userò una scala con 7 livelli di risposta alle situazioni di stress (queste corrispondono approssimativamente ai 7 chakra). Questi livelli sono basati approssimativamente sugli insegnamenti di Deepak Chopra, ad un seminar al quale ho partecipato. Mentre parlava dei 7 livelli, sono rimasto colpito in quanto corrispondevano esattamente al mio sviluppo ed al (mio) lavoro con gli (i miei) studenti di aikido. Ho elaborato l’insegnamento originario con riferimento a cosa io vedo nell’aikido. Ho anche aggiunto le distinzioni di “via alta/via bassa” per creare un chiara distinzione di cosa è “la via” e cosa non lo è in aikido.
Devo comunque ammettere che questo per me è ancora un lavoro in corso, e che devo ancora evolvere la comprensione del funzionamento dei livelli 6 e 7.
Quindi abbiamo i 7 livelli di risposta:

I 7 livelli di risposta:
• La fuga
• La risposta emotiva
• La risposta consapevole e centrata
• La risposta intuitiva
• La risposta creativa
• La risposta dell’alto consiglio
• La risposta divina

La via bassa - i primi due livelli di risposta sono denominati "la via bassa" perché riflettono le nostre tendenze più basse, non richiedono alcuna disciplina da parte nostra. Noi tutti siamo abbastanza sviluppati per questo livello che si presenta automaticamente quando sorge la situazione di stress o conflitto. Quando prendiamo la via bassa in risposta allo stress non c’è trasformazione né risoluzione del conflitto.

1. La risposta lotta/fuga

A questo livello di coscienza quando si affronta una situazione stressante, questa è percepita come un pericolo e una minaccia alla nostra sopravvivenza. Tutte le risposte sono guidate dalla necessità di sopravvivere e le opzioni di risposta (allo stress ed al conflitto) sono molto basiche e limitate. A questo livello tutte le risposte sono guidati dalla PAURA. Questo è il sistema operativo base del nostro hardware. Il mondo è visto in funzione della sopravvivenza ed i valori sono vinci o perdi. vivi o muori. Quando veniamo stressati da qualcosa, questo qualcosa la combattiamo o scappiamo da essa.

Vivi o muori

Cos'è l’aikido a questo livello? Bene, non è realmente aikido. Non ci sono spazi per la consapevolezza di se, o per altro, e non ci sono spazi per l’armonia. Qui la paura è la motivazione primaria ed effettiva. Semplicemente, vivi o muori. Effettivamente, le tecniche d’aikido possono essere applicate, ma quasi certamente saranno vuote di tutti i principi dell’aikido.

2. La reazione emotiva

Avendo sviluppato l’abilità di superare (o, più esattamente, sopprimere) la paura e di controllare le reazioni fisiche della risposta lotta/fuga, ci si evolve al livello di risposta emozionale alle situazioni di stress. In altre parole, usando le nostre emozioni per prendere “la Via”. A questo livello di coscienza ci identifichiamo con le nostre emozioni e ci troviamo all’interno di un dramma emozionale come risposta per la sopravvivenza. Quattro generalizzazioni del dramma emozionale sono:
. Minaccioso o arrabbiato
. simpatico o falsamente allegro
. Testardo o indifferente,
. fai la vittima, o povero me

Il dramma emozionale è il sistema operativo a questo livello,sia che la risposta alle situazioni di stress sia attiva o passiva. Qui la risposta di fuga/lotta non è più socialmente accettabile ed i drammi emozionali si trasformano in relazioni sociali, nei rapporti personali e professionali. Sono molto efficaci nel ricevere il nostro senso in conflitto.

La verità è che molto spesso, queste risposte emozionali allo stress ed al conflitto trasformano il nostro primario sistema operativo contro lo stress. Quando queste tendenze si insinuano nella nostra pratica dell’aikido, esse producono un contesto emozionale altamente manipolativo, non autentico e frammentato. La combinazione delle tecniche di aikido con i drammi emozionali fanno si che il contesto della pratica sia molto personale e l'effetto è spesso nocivo.

Questi primi due livelli di risposta sono presenti nel cervello dei rettili (vecchio di 300 milioni di anni) e sono profondamente condizionati nel nostro essere biologico. Siamo strettamente legati alla paura e ci addentriamo nel dramma emozionale. Sarebbe evidente che questi due livelli di risposta non sono destinati a risolvere il conflitto e neanche a trasformarlo. Piuttosto, sono destinati a proteggere, difendere, controllare, manipolare e mantenere lo status quo. Sono funzioni più basse nelle quali rientra tutto ciò che è un modo pre aikido, di trattare con lo stress ed il conflitto.

Quando nella nostra pratica si attivano questi livelli di risposta, l’aikido inteso come “alto livello di disciplina” viene ridotto ad un basso livello, pre aikido, tendenzialmente di bassa lega.

Come ci evolviamo?

La paura deve essere vinta. Le emozioni devono essere dominate. Questo nè negando nè sopprimendo queste tendenze,perchè sono in noi. La negazione e la soppressione frammenteranno solo parti di noi stessi e spingeranno queste tendenze nell'ombra (che torneranno a morderci quando non stiamo guardando).Per poter trasformare queste tendenze, dobbiamo accettarle, lavorarle e integrarle in noi stessi. Per
trascendere queste tendenze dev’esserci la consapevolezza della scelta. Il primo passo sul sentiero della “alta via” dell’aikido o di ogni disciplina basata sulla consapevolezza,inizia con la scelta.

Osate?

la Via Alta –la scelta creativa

I seguenti livelli di risposta sono denominati "le risposte dell'alta via" perché sono il cammino che conduce alle più alte risposte ed alla trasformazione della tensione e del conflitto. Scegliere coscientemente di andare oltre la nostra natura “di base” ancora bassi,camminiamo attivamente verso la “via alta”. Questo è il “Do”, (la Via) sulla quale tutti dobbiamo camminare nell’aikido. E inizia con lo svegliarci.


3. La risposta consapevole

Questo è l'inizio del nostro percorso e la pratica dell’aikido comincia con l’allenamento alla consapevolezza. Comincia con noi stessi. Quando facciamo un passo su un "sentiero", qualsiasi sentiero, stiamo camminando sul sentiero di noi stessi.

Quali sono le caratteristiche "della risposta consapevole e centrata"?
• Quando lo stress ai manifesta avete la capacità' di essere concentrati su
voi stessi.
• La fuga/lotta può manifestarsi come una reazione di scatto del ginocchio ma
la consapevolezza centrata non viene sopraffatta.
• La risposta emotiva si manifesta ma avete la capacità di stare centrati nella
vostra consapevolezza.
• "la capacità" della nostra consapevolezza è più grande e comprende le nostre
"tendenze della strada bassa".
• La paura è significativamente ridotta.

Modi di sviluppare la consapevolezza centrata:
• imporsi una meditazione quotidiana.
• Create nella vostra vita un ambiente controllato e tranquillo, un "punto di
partenza" della consapevolezza concentrata. Esempio: il dojo, lo studio dello
yoga, del tempo per la contemplazione e la retrospezione, il contatto con la
natura.
• Senti il corpo, senti il respiro (specialmente quando si manifesta lo stress).
• Sii consapevole di essere preda delle nostre "tendenze alla via bassa".
• Sii come "uno specchio", rifletti incessantemente su tutto ciò che si manifesta.

Una volta stabilita una centrata consapevolezza, il nostro aikido prende una qualità impersonale. L'identità si sposta automaticamente lontano da esso e nella consapevolezza di se stesso. Solo quando siamo al punto di essere consapevoli di noi stessi, possiamo connetterci con gli altri. Tutte le fasi più alte della via iniziano con noi stessi.

Zanshin (continua consapevolezza), shisei (posizione), il chushin (centro), l'equilibrio ed il rilassamento sono alcuni principi sviluppati a questo livello.


4. La risposta intuitiva

Questo è l'inizio della nostra pratica di connessione, l’inizio dell’awase (armonizzazione) in aikido. Avendo stabilito una centrata consapevolezza, allora si può incominciare a collegarsi con gli altri. Conoscendo noi stessi, si può cominciare a conoscere l'altro.

Modi in cui si manifesta la risposta intuitiva:
• Sono concentrato non soltanto nel corpo ma so realmente cosa sta accadendo.
• La capacità di riconoscere cosa sta osservando l'altro, sentendo ciò , di cui ha
bisogno.
• Non soltanto si è consapevoli di se stessi, ma anche del contesto in cui la
situazione si manifesta.
• L'intuizione è una forma di intelligenza. Non un'intelligenza razionale, ma piuttosto
contestuale, olistica e relazionale. Non è orientata al vincere/perdere, e neanche
conta su una spiegazione di causa/effetto.
• Si ha sia l’abilità di "essere" che di “essere con”. Si è sia profondamente
presenti che profondamente connessi.
• Le risposte si manifestano appropriatamente come riflesso delle altre azioni.
• Ci si connette con l’altro senza paura.

Come accedere:
• Creando una centrata consapevolezza col terreno.
• Collegandosi con l’altro. Fisicamente e non, relazionandosi emotivamente,
energeticamente contestualmente e così via.
• Mantenendo un costante contatto con lo sguardo.
• Osservando e percependo sia i bisogni degli altri che l’ambiente.
• Andando oltre l’accontentarti della soddisfazione di cosa si sta facendo in quel
contesto.
• Quando la soluzione intuitiva si manifesta, essere presenti, agire.

In aikido relazionarsi ad altri a questo livello è impersonale, onesto e diretto. Nel nostro allenamento c’è cooperazione e accordo, capacità di incontrarsi. L’Awase a questo livello diventa raffinato, e si manifesta in tecniche funzionali e fluide. Questo è l’inizio del nostro allenamento al jyu waza. Dal corpo iniziano ad evolvere spontaneamente tecniche e qui si è compreso chiaramente l’applicazione del rapporto in aikido.

Il Ki Musubi (connessione di energie, l’awase (relazionarsi), il maai (la corretta distanza ) ed il metsuki (contatto visivo) sono alcuni principi da stabilire a questo livello.

5. La risposta creativa

Al livello di risposta creativa " il sistema delle intelligenze" prende coscienza. Si ha la capacità di afferrare molteplici prospettive e di vedere sempre più la complessità. Le risposte a questo livello sono radicalmente impersonali e sono determinate "dall'intelligenza del sistema".

Modi per sviluppare la risposta creativa
• È necessario avere una visione per il risultato voluto.
• Aprirsi a tutte le prospettive come canali d’informazione
• Aumentare la capacità di calarsi nella non-mente, o nell'Essere
• Mantenere la visione intuitiva a cui attingere nel contesto
• Abbracciare l'incertezza. Accettare di non sapere quale sarà il risultato, nè quando
verà.
• Fidarsi del processo e lasciar perdere la necessità di controllare
• Rendersi disponibili per quando l’intuizione avviene fuori dal contesto
• Quando la risposta creativa si manifesta, metterla in pratica immediatamente
• Riconoscere che facciamo parte di un vasto sistema nello stress. Siamo una parte
integrante dello stress che ci permette di arrivare ad una parte integrante della
soluzione.

Soluzioni multiple
A questo livello in aikido si è altamente integrati nel corpo, nella mente e nella forma/principio.Essendo connessi alla consapevolezza di se e degli altri, e avendo raggiunto la padronanza tecnica, i principi dell’aikido sono on line. Si comprende che
il conflitto è "sistema nello stress" e che le soluzioni sono un processo generato dall' intelligenza del sistema. Sapere che siamo una parte di più grande sistema ci dà la capacità di allinearci con la sua intelligenza e di ottenere le informazioni necessarie per portare l'equilibrio al sistema.

Questo livello di sviluppo descritto sopra è definito "in muga, mushin" (nessun corpo, nessuna mente). Si risveglia il principio del "takemusu aiki"
ed il suo aikido si trasforma in un'espressione spontanea e creativa di armonia nella relazione.

6. La risposta dell’alto consiglio (Saggi e Veggenti)

• Questa è la capacità di tenere sotto controllo le energie archetipiche
• Quando le energie archetipe arrivano on line orchestrate attraverso voi.
• Il leader visionario
• Il leader mitico e l'archetipico
• Assenza della motivazione egoistica
• Rappresenta le aspirazioni più della coscienza collettiva

Operando al sesto livello:
• Si capisce la non-localizzazione (il vuoto).
• Si capisce il ruolo di massa critica della conoscenza.

Il vuoto è forma e la forma è vuoto. Saggi e veggenti cspiscono questo a livello profondo.

7. La risposta divina

• Il punto di riferimento interno è universale
• Trasformazione dell'io personale nell'io universale
• "uchu soku ware / ware soku uchu “ io sono l'universo, l'universo è me" - O Sensei
• Capacità di vedere l'universale nel particolare ed il particolare nell'universale
• Essere nell'Amore

*Senza la pratica, il 99% delle volte le persone seguiranno i primi 2 tipi di risposte. L’1% delle volte avranno la capacità di essere collegati nelle più alte risposte. Per evolverci, dobbiamo praticare.


The evolution of response

When we look at aikido put into an integral context, one of the perspectives we need to take is that of levels of consciousness. Admittedly, speaking about levels is a tough sell as it ranks into higher and lower which seems to go against Aikido's philosophy of harmony and oneness. However, I am convinced that opening up to this perspective gives us a valuable orientation that helps raise above and transform our lower tendencies, and then develop and actualize our higher potentials in the art.

Most people will accept the theory of evolution, that everything from organisms, to societies, to technologies, to organizations evolve. But when we apply evolution at the level of consciousness, that there are higher perspectives and lower perspectives, there are those who have a harder time accepting this.

The following is an attempt to look at this evolutionary trajectory as applied to our aikido practice. Specifically, I want to look at our primary field of practice in aikido, conflict and stress. And how we choose to respond.

To do this I will use a scale with 7 levels of response to stressful situations (these roughly correspond to the 7 chakras). These levels are loosely based on a teaching by Deepak Chopra in a workshop of his I attended. As he laid out the 7 levels I was struck at how accurately they corresponded to the development I see both in myself and in working with aikido students. In places I have elaborated on the original teaching to more accurately reflect what I see in aikido. I also added the "low-road/ high-road" distinctions to create a clear differentiation of what is "path" and "not path" in aikido. However, I must admit that this is still a work in progress for me and that a working understanding of the higher levels 6 and 7 is still evolving. So, here they are:

The 7 levels of response:
• The Flight/ flight response
• The Emotional reaction
• Centered Awareness response
• The Intuitive response
• The Creative response
• The Higher Guidance response
• The Divine response

The Low Road - The first two levels of response are called the "low road" because they reflect our lower tendencies require no discipline on our part. We are all quite developed at these levels and they arise automatically in the face of conflict and stress. When we take the low road in responding to stress there is no transformation, nor resolution of conflict.

1. The Flight/ flight response

At this level of consciousness when faced with a stressful situation it is perceived as a danger and a threat to ones very survival. All responses are driven by the need to survive and the options to respond are very basic and limited. At this level of all responses are driven by FEAR. This is our basic survival “operating system” of which we are all hardwired. The world view is about survival, the values are win or lose, live or die. When we become stressed by something, we either fight it, or we run from it.

Survive or die

What is aikido like at this level? Well, it's not really like aikido. There is no room for awareness of self, or other, and no room for harmony. Fear is the primary and effective motivator here. Simply survive, or die. Admittedly, aikido techniques can be applied at this level but almost certainly they will be void of any aikido principles.

2. The Emotional reaction

Having developed the ability to overcome (or, more accurately, suppress) fear and control physically acting out of the fight/ flight response, one evolves to the level of emotional manipulation in response to stressful situations. In other words, using our emotions to get our way. At this level of consciousness we are identified with our emotions and we enter into an emotional drama as a response to survive. Four generalizations of the emotional drama are:
• Nasty, or angry
• Nice, or falsly cheerful
• Stubborn, or indifferent
• Playing the victim, or poor me

Whether active or passive in response to stressful situations, the emotional drama is the operating system at this level. Here the fight/ flight response is no longer socially acceptable and the emotional dramas become the reference in personal, professional and social relationships. They are very effective in getting our way in conflict.

The truth is that more often than not, these emotional responses to stress and conflict become our primary operating system against stress. When these tendencies sneek into our aikido training they set an emotional context that is highly manipulitive, inauthentic, and fragmented. The combination of aikido's techniques with the emotional dramas makes the context of the tranining very personal and the affect is often toxic.

These first two levels of responses are centered in the reptilian brain (300 million years old) and are deeply conditioned within our biological make up. We are hard wired to fear and go into emotional dramas. It should be self-evident here that these first two levels of response are not designed to resolve conflict, nor are they transformational. Rather, they are designed to protect, defend, control, manipulate and maintain the status quo. They are lower functions within us all that are pre-operational and pre-aikido ways of dealing with stress and conflict.

When these level of response are activited in our training, then aikido as a "high level discpline" gets reduced to low level, pre-aikido, low road tendencies.

How do we evolve?

Fear must be overcome. Emotions must be mastered. This is not by denying nor suppressing these tendencies, as they are us. Denial and suppression will only fragment parts of ourselves and push these tendencies into our shadow (only to come back and bite us in the ass when we’re not looking). To transform these tendencies they must be accepted, worked through, and integrated into our sense of self. To transcend these tendencies there has to be awareness and there has to be choice. This is the first step on the path of the “high road”, of aikido, or any awareness based discipline.

It begins with choice.

do you dare?

The High Road - The Choice Maker

The following levels of response are called the “high road” responses because they are the way that lead to higher responses and transformation of stress and conflict. By consciously choosing to go beyond our basic, yet lower, nature we actively step onto the “high road”. This is the “do” (path) that all must walk in aiki-do. And it begins with waking up.

3. Centered Awareness response

This is the beginning of our path, and aikido practice begins with awareness training. It begins with ourselves. When we step on a "path", any "path", we are walking the path towards ourself.

What are characteristics of the “centered awareness response”?
• When stress arises you have the ability to stay centered in yourself.
• The flight/ flight may arise as a knee jerk reaction but does not overwhelm the centered awareness.
• The emotional response arises but you have the ability to stay centered in your awareness.
• The “capacity” of our awareness is greater than, and inclusive of our “low road” tendencies.
• Fear is significantly reduced

Ways of developing Centered Awareness:
• Establish a daily meditation.
• Create in your life a controlled and quite environment, a “home base” of centered awareness. Ex.: the dojo, the yoga studio, quite time for contemplation and retrospection, communing with nature.
• Feel the body, feel the breath (especially when stress arises).
• Be aware of getting pulled into our “low road” tendencies.
• Be like a “mirror”, choicelessly reflecting on all that is arising.

When established in centered awareness our aikido takes on an impersonal quality. The identity shifts away from self and into awareness itself. Only to the extent that we can be aware of ourselves can we connect with another. All the higher stages on the path begin with ourself.

Zanshin (sustained awarness), shisei (posture), chushin (center), balance and relaxation are some principles developed at this level.

4. The Intuitive response

This is the beginning of our connection practice, the beginning of “awase” (harmony) in aikido. Being established in centered awareness one can then begin to connect with the other. Knowing oneself, one can then begin to know the other.

Ways the intuitive response manifests:
• Not only am I centered in the body but I actually know what is going on.
• The ability to know what the other is observing, feeling and needing.
• Not only is one aware, but also aware of the context in which the
situation arises.
• Intuition is a form of intelligence. Not a rational intelligence, but rather
contextual, holistic and relational. It does not have the win/lose orientation,
nor does it rely on cause/ effect explanation.
• One has the ability to both "be" and "be with". One is both deeply present and
deeply connected.
• Responses arise appropriately as a reflection of the others actions.
• Fearlessly connecting with other.

How to access:
• Create a grounded centered awareness.
• Connect with other. Physically and non-physically, relationally, emotionally,
energetically, contextually, and so on.
• Fearless eye contact.
• Scan and sense the needs of others and, or the environment.
• Go beyond the content by sensing what is going on in the context.
• When the intuitive solution arises, act.

In aikido when we relate to other from this level it is impersonal, honest and direct. In our training there is a cooperation and an understanding of where to meet in ability. The "awase" becomes more refined at this level and it manifests in smooth and functional techniques. This is the beginning of our "jiyu-waza" training. We begin to develop a spontaneous fluency of the body of techniques, and there is a clear and inclusive application of the principles of the aikido relationship.

Ki musubi (energetic connection), awase (blending), maai (combative distance), and metsuki (visual contact) are some principles to establish at this level.

5. The Creative response

At the level of the creative response “systems intelligence” comes into consciousness. One has the ability to take multiple perspectives and increasingly see complexity. Responses at this level are radically impersonal and are informed by the "intelligence of the system".

multiple perspectives

Ways to develop the creative response:
• It is necessary to have a vision for a desired outcome.
• Open to all perspectives as channels of information.
• Increase the ability to drop into no-mind, or Being.
• Holding the vision intuitively tap into the context.
• Embrace uncertainty. Accept that you don’t know what the outcome will be, or
when it will come.
• Trust in the process and let go of the need to control.
• Make yourself available for insight to arise out of the context.
• When the creative response arises put it into practice immediately.
• Recognize we a are part of a larger system in stress. We are an integral part
of the stress allows us to become an integral part of the solution.

multiple solutions

At this level in aikido one is highly integrated in mind/ body, and form/ priciple. Being grounded in self/ other awareness and having reached technical profeciency, the principles of aikido have come more fully on-line. Conflict is understood as the "system in stress" and solutions unfold as a process that is informed by the intellegence of the system. Knowing that we are a part of a larger system gives us the ability to align with its intellegence and gain the information necessary to bring balance to the system.

At this level of development on is established in "muga, mushin" (no self, no mind). The principle of "takemusu aiki" awakens and one's aikido becomes a spontaneous and creative expression of harmony in relationship.

6) The higher guidance response (Sages and Seers)

• This is the ability to tap into the “archetypal energies”
• When the archetypal energies come on-line synchronicity orchestrates through
you.
• The visionary leader
• The archetypal/ mythical leader
• Absence of selfish motivation
• Represents the highest aspirations of the collective consciousness

When operating at the 6th level:
• One understands non-locality (emptiness).
• One understands the role of critical mass of consciousness.

emptiness is form, form is emptiness

Seers and sages understand this at a deep level.

7) The Divine response

• The internal reference point is universal
• Transformation of the personal self into the universal Self
• "uchu soku ware, ware soku uchu" / "I am the universe, the universe is I"
- O Sensei
• Ability to see the universal in the particular, and the particular in the
universal
• Being-in-Love

*Without practice 99% of the time people will follow the first 2 types of responses. 1% of the time they will have the capacity to be grounded in the higher responses. To evolve, we must practice.

domenica 14 febbraio 2010

Aikido Kangeiko a Moncalieri

07 Febbraio 2010

Domenica mattina…sveglia presto, la borsa è già pronta dalla sera prima….la giornata è soleggiata, rispetto al freddo polare ed alla neve dei giorni precedenti è già un ottimo inizio. Mi aspettano un settantina di Km ed una lezione di Aikido con gli amici di Yuki, che gentilmente mi hanno invitato a partecipare. Si pratica Aikido, e questo mi piace.


Appena arrivata la prima sorpresa: Ivana, una mia amica con cui condivido un'altra grande passione e che non vedevo da qualche tempo è sul tatami….s’inizia bene! Altra piacevole sorpresa è stata vedere sul tatami un’alta percentuale di donne.



Bellissima atmosfera sul tatami, molta disponibilità e pazienza da parte di tutti per mettermi a mio agio in un ambiente per me nuovo.

Il significato che ho voluto dare a questa giornata di “esplorazione” è stato nel cercare di parlare il medesimo linguaggio nonostante le differenze dell’approccio didattico per ritrovarsi, alla fine, uniti da una medesima passione a condividere il sudore della pratica.

Si dice che la pratica dell’Aikido porti in se una crescita intrinseca, molte volte identificata con il miglioramento tecnico. Indubbiamente, la pratica costante porta un affinamento della tecnica……aspetto più tangibile ed evidente ma non l’unico.

Dietro questo aspetto se ne nasconde un altro, meno tangibile del precedente e che ogni tanto fa capolino: la possibilità di utilizzare spontaneamente la tecnica, finalmente liberi di aprirsi al nuovo ed accettare l’incognito.
Ed è stato proprio domenica mattina che questo mi è apparso chiaro.

Curioso come in alcuni casi, trovandomi in difficoltà, il mio corpo - o forse la mia mente – non ha reagito spontaneamente ma ha cercato sicurezza nel conosciuto, nella tecnica e nei movimenti che il mio corpo già conosceva.

Mi sono resa conto che questo non era il modo giusto, mi stavo letteralmente aggrappando alle mie sicurezze, ma queste man mano si facevano sempre più scivolose. Io non ero li per trovare conferme, ma per imparare a lasciare andare….così ci ho provato, ho tolto il piede dal freno ed ho lasciato che accadesse quello che doveva accadere.



E’ stato davvero bello praticare provando a non opporre resistenza fisica ma soprattutto mentale, curiosa di scoprire come avrei reagito in questo contesto per me nuovo.

Gli aspetti tecnici con cui siamo soliti condire la nostra pratica non sono meno importanti degli aspetti relazionali che si instaurano sulla materassina, mi è piaciuto molto mettermi in gioco ed uscire dai soliti schemi, schemi che ci forniscono una sicurezza che si rivela illusoria quando ci raffrontiamo a modalità per noi inusuali.


Ho accettato le regole del gioco, ed il gioco mi è piaciuto.

E mi sono piaciute le persone che ho conosciuto e con cui ho praticato. Grazie ai padroni di casa, i Maestri Christian e Sergio: ospitali e premurosi….per una giornata mi sono sentita parte del loro bel gruppo.

Gli amici di Yuki mi perdoneranno se utilizzo in questo Blog alcune delle loro foto a ricordo della bella giornata trascorsa insieme.

sabato 16 gennaio 2010

Miles Kessler – A martial artist making a difference

Il testo è pubblicato grazie alla gentile concessione del suo autore Paul Rest amico e Aikidoka americano.
Il link da cui è tratto l'articolo è:
http://www.examiner.com/examiner/x-5948-SF-Martial-Arts-Examiner~y2010m1d13-Miles-Kessler--A-martial-artist-making-a-difference

Miles Kessler visited the Bay Area last week when he taught a class at Aikido of Berkeley. Miles, a 5th dan in Aikido, teaches in Israel and on the West Bank. He also teaches workshops and seminars here in the United States and throughout the world.

Miles is connected to many in the Bay Area Aikido community through his work with Aiki Extensions (AE), Training Across Borders (TAB), Aikido Without Borders and the Middle East Aikido Project. Robert Kent, Jamie Zimron and David Lukoff, all of whom have been profiled here earlier, work closely with Miles in this critical work defusing tensions and bringing understanding to the various national, religious and ethnic divisions in the Middle East.

At the event last Tuesday, Miles spoke after class about the Aikido classes being held in West Bank locations. He said that there was genuine excitement that this art was being offered. And that it was a way of connecting Palestinians and Israelis. Miles, who is an American, has worked to make his own dojo in Israel open to everyone.

One of the important aspects of Miles’ teaching is an on-going questioning about not only breaking down barriers between cultures but within ourselves. How can we challenge and confront what we have built within ourselves? To demonstrate this, the class he taught Tuesday night included a very unusual high fall.

Falls in Aikido can best be described as launching yourself through time and space but knowing where you are going to land. The high fall Miles demonstrated with an able uki from Kayla Feder Sensei’s dojo was one where one was falling over an extended knee. Rather than look where the landing was to take place (always a good course of action), this was literarily a backwards fall based on trust—trust of the person throwing you (or in this case, allowing and helping you fall) and that the body knew what to do. The eyes were kept forward and in one motion the body let itself go and draped over the extended knee.

Everyone in the class had to ask: “Am I willing to take this fall? Do I trust myself, my body that much?” Leaps of faith occurred on the mat as those at the class worked together, trying to master this new fall. Miles explained over and over, “Trust your body. It knows what it is doing.”

Miles' pioneering work with his teaching is about extending beyond, moving beyond barriers and boundaries. The Bay Area is fortunate when Miles visits and shares his vision of how Aikido can be a powerful transformative force for good in places that have been in conflict for thousands of years.

When Miles returns, I’ll update his profile with information on where he will teach classes in the Bay Area.

In addition to his Aikido, Miles is a student and practioner of Vipassana Meditation. He is part of the iEvolve Gobal Practice Community is the Founder and Chief Instructor of Integralaikido in Tel Aviv.

Mils Kessler is indeed, a martial artist who is making a difference! Keep up the good work, Miles!

You can contact Miles on Facebook or directly at info@integralaikido.org

The top two photos are from Mile Kessler's web site. His training partner in the second photo is Ola Karasik. The bottom photograph was taken by this writer

venerdì 1 gennaio 2010

Cos'è l’Aikido

 Dopo tanti anni ancora mi risulta difficile definire a parole cosa sia l'Aikido, in questo blog  troverete esclusivamente le mie riflessioni e sensazioni personali.
Una cosa di cui sono convinta è che molte risposte a questa domanda si possano trovare nella pratica.
L'Aikido è un'arte marziale tradizionale giapponese fondata dal Maestro Morihei Ueshiba (1883-1969) come disciplina di corpo, mente e spirito, in cui senza utilizzo della forza e attraverso movimenti naturali e fluidi ci si fonde e armonizza ad un attacco piuttosto che combatterlo.  Si enfatizzano aspetti quali il tempismo appropriato, la gestione dello spazio, l'armonizzazione e la presenza mentale e fisica.
La pratica dell'Aikido allena il corpo e aumenta la consapevolezza corporea ma  contemporaneamente apre la porta alla più profonda via spirituale e filosofica.
Lo studio dell’Arte si effettua nel Dojo, letteralmente “luogo dove si pratica la Via” inteso come luogo in cui si trovano persone accomunate da uno stesso intento, in atteggiamento di collaborazione reciproca e in assenza di giudizio.
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A differenza di altre arti marziali, l’Aikido non prevede alcun tipo di agonismo, il fondatore credeva che "l'unica vera vittoria è la vittoria su se stessi" concetto espresso in tanti sui scritti e che ha sviluppato e insegnato nel corso della sua vita.
“Non ci sono competizioni nell’Arte della Pace. Un vero guerriero è invincibile perché non compete con nulla. Vincere significa sconfiggere la mente conflittuale che si annida in noi.”
Ueshiba Morihei, (O’ Sensei)
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Nel Dojo è data particolare attenzione e valore al rispetto reciproco e alla collaborazione tra i praticanti, atteggiamento che permette di  avere un ambiente sereno in cui crescere insieme  in amicizia e mutua prosperità –  è il principio giapponese  “Ji Ta Kyo Ei”: io e gli altri progrediamo insieme.
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La parola Aikido è composta da tre ideogrammi
Ai - armonia
Ki - spirito o energia
Do- Via
e si possono tradurre come:  Via dell’armonizzazione dell’energia
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BENEFICI DELLA PRATICA
La pratica costante dell’'Aikido migliora le capacità motorie, aumenta la scioltezza, l’agilità e la coordinazione. L'atteggiamento corporeo dell'Aikido aiuta ad eliminare rigidità e  inutili tensioni muscolari, porta ad acquisire progressivamente una postura ferma ma rilassata e abitua il corpo all'esecuzione di movimenti più eleganti ed armoniosi.
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L’AIKIDO E’ UNA FORMA DI DIFESA PERSONALE?
Tra le sue tante applicazioni, l’Aikido, può anche essere utilizzato come sistema di autodifesa. Personalmente ritengo che definire e intendere l’Aikido come sistema di autodifesa sia riduttivo: sono convinta che agire in questi termini sia rinchiudersi in una corazza che crediamo ci protegga ma che invece non ci permette di evolvere.
La pratica dell’Aikido e dei suoi principi ci permette di sviluppare le nostre migliori potenzialità attraverso l'esercizio di consapevolezza, presenza mentale, connessione profonda con noi stessi, i nostri partner di pratica e con ciò che ci circonda.
Il Dojo è il luogo in cui possiamo sperimentare la vita attraverso l'Aikido per poi portare l'Aikido nella vita.
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LA PRATICA
L’Aikido utilizza il principio della "non resistenza",  la risposta ad un evento inatteso non è resistere  o utilizzare la forza: entrambi possono garantire un successo momentaneo ma non la risoluzione definitiva del conflitto.
Possiamo invece rispondere e risolvere il conflitto in maniera creativa e spontanea  con l'accettazione consapevole, la presenza mentale e in assenza di giudizio.
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La pratica sincera ci mette a nudo e ci apre la meravigliosa possibilità di conoscere meglio noi stessi e di liberarci da inutili sovrastrutture.
In un Dojo di Aikido, anche grazie alla mancanza di finalità agonistiche, è possibile trovare persone di tutte le età e di entrambi i sessi, che praticano con soddisfazione, ciascuno secondo per le proprie possibilità.
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Focus condiviso in molte Arti Marziali è la ricerca del colpo perfetto, il colpo decisivo che neutralizza l’avversario ponendo così fine al combattimento.
L’Aikido non contempla quest’intenzione come primaria, mentre incentiva la risposta libera e consapevole calibrandola in base alla situazione.
Altrettanto importante è il costante controllo di noi stessi e del nostro corpo attraverso la presenza mentale, connessione tra corpo e mente e accettazione dell'imprevisto e dell'ignoto .
Alcune citazioni (doka) del Fondatore O'Sensei Morihei Ueshiba:
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“La pratica dell'Aikido promuove il valore, la sincerità, la magnanimità e la bellezza, e rende anche il corpo forte e sano. Nell'Aikido non ci addestriamo per imparare a vincere; ci addestriamo per imparare ad uscire vittoriosi da ogni situazione”
“Il segreto dell'AIKIDO non consiste nel modo di muovere i piedi, ma in quello di muovere lo spirito. Non vi insegno le tecniche di un’arte marziale, vi insegno la non violenza”.
“La vera vittoria è la vittoria su se stessi. Qui e ora.”
CHI SONO
Ho iniziato la pratica delle Arti Marziali da ragazza. Il mio primo amore è stato il Judo, che ho praticato anche a livello agonistico per svariati anni. Dopo una breve parentesi d’assaggio del Karate Shotokan ho lasciato le Arti Marziali per dedicarmi ad altre attività sportive altrettanto gratificanti.
La passione e l'amore per le Arti Marziali però è sempre rimasta viva e, complice la lettura di un libro sull’Aikido, al ritorno dalle ferie estive ho deciso di cercare un Dojo in cui poter provare l’Aikido.
Sono stata molto fortunata: ho assistito ad una lezione del Maestro Alberto Boglio.
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Spiegava le tecniche con l’aiuto di Marco, il suo allievo più anziano. Vedere l’armonia e la fluidità con la quale si muovevano mi ha fatto capire di aver trovato quello che cercavo, un mondo in cui continuo a stare con grande amore ed entusiasmo.
Da allora sono passati tanti anni: ho incontrato nuovi amici, fatto tante esperienze e continuo ad essere sempre più innamorata dell'Aikido e certa che è la Via che voglio percorrere.
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Attualmente sono 3° Dan e dal 2009 ho iniziato ad insegnare in un Dojo tutto mio…..l’ho voluto chiamare Aiki No Kokoro Dojo….lo spirito dell’Aiki.
L'inizio di questa esperienza nasce grazie ad una persona ed amica speciale, Gisella, e al supporto e aiuto di mio marito Roberto anche lui insegnante di Aikido: compagno di Vita e di pratica.
ISPIRAZIONE E DIDATTICA
L'Aikido è un'Arte viva e libera, in continua crescita ed evoluzione e per me, fonte di continue ispirazioni.
Il mio percorso tecnico fa riferimento alla scuola da cui provengo - Dentoo Iwama Ryu - in cui si sviluppa sia la pratica a mani nude che con le armi.
Altrettanto importante per l'aspetto evolutivo spirituale è il percorso proposto dai Maestri Miles Kessler e Patrick Cassidy , fonte d'ispirazione di come l'Aikido possa essere vissuto a 360° sia sul tatami che nella vita.
Credo che si possa e si debba attingere ovunque, perchè chiunque pratichi con sincerità, apertura mentale e libero da pregiudizi,  contribuisce alla crescita di questa Arte meravigliosa: per me è bello onorarla accogliendo ogni spunto che mi permette di crescere e migliorare.
CORSI
Negli anni di pratica nelle varie Arti Marziali ho sempre visto sul tatami un numero esiguo di donne, forse perchè nell'immaginario collettivo sono viste come prerogativa maschile in un contesto ritenuto aggressivo e poco femminile.
Il contributo femminile arricchisce molto l'Aikido e possiamo esprimere al meglio, amplificandole, le nostre qualità naturali di accoglienza, ricezione,  morbidezza e adattamento.
Ho constatato sul campo la trasformazione avvenuta nelle donne che hanno scelto di praticare Aikido, spesso le ho viste fiorire stupite delle loro stesse potenzialità e acquistando man mano maggior sicurezza e determinazione.
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Credo profondamente nell'Aikido e nelle sue immense potenzialità e, il pensiero e la voglia di condividere questa bellezza, mi hanno portato a scegliere di iniziare questa avventura con un corso di Aikido “al femminile”, pensato per il modo di sentire delle donne.
Col tempo al corso si sono uniti anche degli uomini: è stata un'evoluzione spontanea e naturale in cui l'energia maschile e femminile si sono miscelate creando una nuova e bella armonia.
Il viaggio è ancora lungo e ci aspettano ancora altre trasformazioni.
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