Aikido


mercoledì 2 marzo 2011

Uchi Deshi all' Integral Dojo

Prima di scrivere queste righe ho aspettato qualche tempo per riordinare le idee e lasciar sedimentare emozioni e pensieri nati da questa esperienza, e ora rimango sorpresa a scoprire di come colori e sensazioni continuino ad essere caldi e vividi come se li avessi appena vissuti.

La fine del 2010 coincideva con l’anniversario del nostro 25° anno di matrimonio e volevamo festeggiare adeguatamente la ricorrenza: tornare nella romantica e bellissima Parigi……..passeggiare tra le luci natalizie della Fifth Avenue…………..rilassarsi su un lettino di una spiaggia assolata o………..due settimane da uchi deshi?

Vada per l’ultima, per una ricorrenza come questa ci vuole qualcosa di speciale, keikogi in valigia e via si parte per Tel Aviv destinazione l’Integral Dojo di Miles Kessler Sensei.
La scelta non è casuale, ho conosciuto Miles diversi anni fa a Modena in occasione di un suo seminario: mi è piaciuto subito e da quel momento ho iniziato a seguirlo in alcuni dei suoi seminari europei.
Con la sua grande comunicativa e disponibilità riesce a farmi sentire a mio agio anche quando inevitabilmente incontro difficoltà nella pratica, riuscendo sempre a stimolare la mia curiosità ed a farmi arrivare in profondità …. a quello che io definisco “il mio nucleo”.
Miles è proprio il Maestro giusto per questa mia esperienza da uchi deshi!

Il programma giornaliero è intenso e comprende lezioni di Aikido, sedute di meditazione e tutte quelle attività necessarie per la gestione del Dojo e dei suoi abitanti, quindi pulizia del tatami (prima e dopo ogni attività), dei locali del Dojo, occuparsi della spesa, cucinare, lavare i piatti, fare il bucato, stendere etc.

Si condividono spazi, doccia e servizi igienici, si mangia tutti insieme e si dorme sempre insieme sul tatami.

Forse la cosa più complicata può sembrare la convivenza con persone che non si conoscono, diverse da noi sia per carattere che per cultura.
Ma in realtà non è così, perché ci si scopre tutti animati dalla stessa intenzione e dalla voglia di stare insieme e condividere questa esperienza e sono bastati davvero pochi giorni per sentirmi “a casa”

Oltre a noi due, ormai ex ragazzi, altri 8 uchideshi, un ragazzo ed una ragazza danesi, due ragazze israeliane, due ragazzi e una ragazza tedesca e una ragazza canadese.
Un piccolo melting pot di culture, abitudini e lingue diverse fatto di rispetto e attenzione reciproche e unito da una grande passione per l’Aikido.


E i ricordi corrono anche a tutti gli altri allievi del Dojo coi quali abbiamo praticato, scherzato e ballato la salsa sotto una tenda nel deserto del Neghev.
Nonostante le difficoltà linguistiche, è stato bello riuscire a comunicare grazie al linguaggio non verbale dell’Aikido e scoprire di avere anche altri interessi che ci accomunavano e ora ho molti più Aiki Friends.



Anche la pratica sul tatami non sfugge a questi principi e riflette l’atmosfera generale: è intensa, coinvolgente,bellissima!

Prima ho accennato ad una delle attività previste dal programma:la meditazione Vipassana.

In una delle prime sessioni, ci è stato chiesto di esplorare gli aspetti personali su cui avremmo voluto lavorare nella pratica dell’Aikido, lasciando che la risposta nascesse spontanea e non fosse frutto di ragionamento o premeditazione. Questo ci avrebbe permesso di lavorare su una motivazione profonda. Ed ecco affiorare le parole “non resistenza” e “accettazione”, ripresentatesi ancora nel corso della mia permanenza a conferma che evidentemente era proprio quello su cui dovevo lavorare.

Così mi sono resa conto che portando l’attenzione su questi concetti, sia nella pratica dell’aikido che nella quotidianità, avevo la possibilità di accettare i miei limiti e le mie paure e in alcuni momenti di sentirmi completa e libera.
Una sensazione bellissima: sentivo che tutto era perfetto e in armonia ed io ne facevo parte ….potevo esprimere me stessa e sentire il mio “nucleo”.

Mi sono resa conto che questa esperienza è servita a farmi capire quanto fosse forte la voglia di esplorare e scoprire qualcosa di nuovo su me stessa.
Ho avuto bisogno di questo viaggio per capire che avevo già iniziato a percorrere questo cammino molto prima di partire, ma non ne ero ancora cosciente.

Questa per me è stata l’ulteriore conferma di come l’Aikido agisca a livello profondo, anche quando non ne siamo consapevoli, e rappresenti un bellissimo
percorso di crescita ed evoluzione personale.
Tutto questo, se possibile, ha reso ancora più forte il mio amore per l’Aikido.